La storia di un mosaico
“Realizzare un’opera per qualcuno è una grande responsabilità, ti carica di un dovere che è anche etico. Devi saper fare del tuo meglio”.
(Foto di Anna Fuga)
Mohamed Chabarik racconta il processo creativo che sta dietro ad un progetto musivo, la responsabilità dell’artista nel realizzare un’opera su commissione e la libertà che consente al mosaico di compiersi.
La storia di un mosaico
Ogni mosaico ha la sua storia. Una storia sempre diversa che nasce da un’idea, una proposta o un’esigenza. Ma prima di tutto cresce e si sviluppa nella mente dell’artista. Come nasce in te l’idea di un mosaico e come affronti la sfida progettuale che ne consegue?
Inizialmente c’è sempre una domanda, una suggestione o una riflessione da cui nasce poi l’idea dell’opera.
Anche mentre lavoro ad un’opera su commissione esprimo cose che mi colpiscono nella vita. Di solito sono cose che mi restano dentro – un’idea, un fiume, un paesaggio, una suggestione – e che custodisco finché non arriva il momento di tirarle fuori.
Prendiamo Spartiacque, un mosaico contemporaneo realizzato per un cliente svizzero. L’idea è nata da un paio di suggestioni che avevo in testa. Una è tratta dalle Città invisibili di Italo Calvino, l’altra da una montagna nel tarvisiano che si chiama proprio Spartiacque.
Da queste mie riflessioni è nato un mosaico che rappresenta la dimensione della scelta, ovvero tutte quelle piccole e grandi scelte che compiamo nel quotidiano e che ci fanno prendere una direzione piuttosto che un’altra. In Spartiacque, infatti, ci sono queste punte color terra che dividono il flusso delle tessere, proprio come accade con le scelte.
Il processo creativo si modifica a seconda che il mosaico sia un progetto personale o per un cliente?
Sì cambia, ma la scommessa è quella di riuscire ogni volta a realizzare un’opera che soddisfi le esigenze del cliente e che abbia, al tempo stesso, un suo valore e una sua dignità artistica. È qui, a mio parere, che subentra anche l’essere artigiano.
L’elemento creativo quindi non sparisce, piuttosto si mette in dialogo con l’altro.
Esatto, il che non significa scendere a compromessi, ma sapersi mettere in gioco.
In ogni caso ho dei principi, dei paletti che non metto mai in discussione e che salvaguardano la mia libertà.
Per esempio mi rifiuto di utilizzare materiali inquinanti, di fare mosaico industriale e di copiare mosaici altrui. Inoltre cerco di aiutare il cliente a non accontentarsi, ricercando insieme soluzioni più originali, meno facili o scontate.
Qual è la genesi di un mosaico nelle sue diverse fasi?
Il concept
Innanzitutto c’è la fase del concept, l’idea. E visto che l’opera su commissione la penso sempre per il contesto o per la persona che me la chiede, si tratta di una fase di osservazione e dialogo. Osservo le forme, i colori e lo stile del luogo, osservo il cliente, cerco di comprenderne i pensieri, la sensibilità, le esigenze.
Nel caso di Spartiacque per esempio, i colori del mosaico riprendono i due elementi principali dell’ambiente che lo circondano: il verde del prato e il blu dell’architettura. Il mosaico è anche frutto di un lungo dialogo con il cliente e di un aggiornamento costante sulla lavorazione in atto.
La fase progettuale
Per aiutare l’immaginario delle persone creo una sorta di anteprima dell’opera, di come sarà.
Per Spartiacque ho realizzato degli acquarelli in diverse tonalità, ho creato poi un fotomontaggio dandogli un effetto più vibrato, che si avvicina a quello del mosaico e l’ho inserito nel contesto dove andava poi installato. Una volta che il cliente sceglie quello che più gli piace inizio la preparazione del supporto e del pezzo campione.
Scelta dei materiali e realizzazione
Anche la scelta dei materiali e del supporto è fondamentale ed è determinata da molte variabili. Bisogna valutare se andrà su parete o su pavimento, se all’interno o all’esterno, se è tridimensionale etc…
Una volta scelti tutti i materiali comincio a creare il primo pezzo campione. Se il cliente è contento dei colori, della grandezza delle tessere e così via, inizia la realizzazione del mosaico. Ci sono poi le ultime rifiniture e la posatura, che a me piace fare personalmente. Infine, insieme all’opera lasciamo al cliente una relazione artistica e tecnica del mosaico.
Idea, tecnica e bellezza
Dunque, anche un’opera su commissione conserva tutte le qualità dell’opera artistica?
Sì e dipende tutto dalla nostra creatività. Senza di essa saremmo dei puri esecutori tecnici. Gli aspetti che conferiscono valore artistico all’opera e che per me non possono assolutamente mancare sono 3: l’idea, la capacità tecnica e la bellezza estetica.
(Intervista a cura di Laura Pizzini)