tessere di mosaico

Chi siamo

La nostra idea di mosaico è fatta di incroci di materie e mani. E questo si riflette anche sulla nostra storia.

Il laboratorio nasce nel 2006 dal progetto di Mohamed Chabarik e diventa poi, dal 2010, espressione dell’unione umana e professionale con Laura Carraro.

L’intersezione tra l’estetica delle loro culture, araba e veneziana, e le loro visioni sull’arte e sul mondo, forgiano la direzione stilistica del laboratorio.
Che però non sarebbe la stessa senza l’apporto delle tante esperienze fatte con professionisti di altri settori e altri mosaicisti. Nel corso degli anni sono entrate nello staff come collaboratrici stabili le mosaiciste Eleonora Zannier, Ilaria Nonino, Serena Leonarduzzi e Linda Vincentelli, che hanno contribuito a delineare ed innovare la produzione artistica con sensibilità e talenti propri. Dal 2024 si è unita al gruppo Lucia Daneluzzi che si occupa di segreteria e dei rapporti con i clienti, offrendo supporto nelle attività di back-office, vendita e comunicazione.

Le botteghe, entrambe laboratorio e negozio, si trovano nei centri storici di Udine e Spilimbergo. Siamo in un territorio importante per la storia del mosaico: in Friuli Venezia Giulia, proprio a Spilimbergo, si trova infatti la prestigiosa Scuola Mosaicisti del Friuli, dove tutti noi ci siamo formati.

Mohamed Chabarik

Sono nato ad Aleppo, in Siria. Già durante la mia formazione ho avuto modo di toccare diverse tecniche artigianali, che mi piace mescolare con il mosaico. Non posso fare a meno di sperimentare! La sostenibilità e il riciclo sono la mia missione.

Laura Carraro

Nata vicino a Venezia, arrivo da studi in campo letterario e di storia dell’arte. Nelle mie opere amo l’asimmetria e la cura del particolare. Credo nel mosaico come arte sperimentale, sia a livello artistico che culturale.

Eleonora Zannier

Di origine italofrancese, l’arte del mosaico è parte della mia storia, a cominciare da quella del mio bisnonno, mosaicista friulano emigrato in Francia. Le mie opere sono interpretazioni delle trame e dei colori della natura, che osservo, studio e fotografo.

Ilaria Nonino

Mi sono formata al liceo artistico di Udine, dove ho approfondito lo studio del gioiello,per poi arrivare al mosaico. Il saper fare qualcosa con le proprie mani e poterlo fare con qualsiasi materiale è ciò che mi appaga di più del mosaico. Mi piace lavorare con tessere minuscole!

Serena Leonarduzzi

Dopo anni di profonda dedizione all’insegnamento del mosaico, decido di impiegare l’amore per quest’arte nella condivisione di nuovi progetti, con questo gruppo. Il mio lavoro è sempre indirizzato dalla passione per luce e colore, nella loro particolare applicazione nel mosaico.

Linda Vincentelli

Nasco a Trieste, e dopo gli studi all’istituto artistico della mia città, arrivo alla scuola di mosaico, iniziando a capire le infinite possibilità espressive di una tessera, che continuo ad indagare. Ho scoperto che il colore blu, nel mosaico, mi ispira particolarmente.

Lucia Daneluzzi

Sono laureata in sociologia e ho lavorato per anni nelle risorse umane. Vivo a Spilimbergo dall’età di sei anni, quindi sono cresciuta circondata dal mosaico, che amo da sempre. Da Carraro Chabarik mi occupo delle tante cose che girano attorno al mosaico, dal punto di vista gestionale e comunicativo.

L’arte del mosaico

I nostri mosaici sono realizzati a mano, con tecniche, strumenti e materiali particolari. Nascono quindi da una sapienza antica, ma hanno uno sviluppo tutto contemporaneo.
Con tagliolo e martellina, gli strumenti del mosaicista fin dall’antichità, tagliamo a mano le tessere che compongono il mosaico.

La composizione delle tessere segue delle linee e delle suddivisioni degli spazi chiamate andamenti, oppure si affida all’estro e all’improvvisazione artistica in alcune soluzioni contemporanee.

I materiali tradizionali possono essere naturali, come sassi e marmi, o di prezioso vetro prodotto in fornaci artigianali veneziane: lo smalto, un tipo di vetro non trasparente, e l’oro (una foglia di vero oro posta tra due strati di vetro). Ma nella sperimentazione contemporanea c’è spazio anche per materiali nuovi e alternativi.